Italia 2015 tra eternit e amianto

Come ormai tutti sanno l'eternit è stato messo al bando ormai da più di 20 anni. Già dal 1992, infatti, la sua produzione e commercializzazione era stata vietata i Italia, a causa dei pericoli per la salute che questo materiale comporta, avendo come costituente principale anche l'amianto, causa di diverse gravi patologie alcune delle quali mortali.

A seguito di ciò, si è diffusa sempre più la consapevolezza sia nelle istituzioni che presso i cittadini, della necessità di mettere in sicurezza l'immensa quantità di eternit esistente sul territorio italiano. Questo materiale era stato infatti utilizzati nei decenni precedenti in maniera massiccia dall'industria edile, grazie alle sue ottime caratteristiche, che lo rendevano ideale per differenti impieghi, in particolare nella realizzazione di coperture.

A 23 anni dalla sua messa al bando, è quindi interessante chiedersi a che punto sia l'Italia sul percorso che dovrebbe portarla ad avere un territorio completamente liberato da questo materiale. Un territorio cioè in cui i vecchi manufatti in eternit siano stati messi rimossi e smaltiti definitivamente.

Se si guarda alla situazione attuale, ci si accorge che purtroppo di strada se ne è fatta poca. Per tutti è sufficiente un dato: sul nostro territorio esistono ancora più di 30 milioni di tonnellate di eternit da smaltire e se la velocità a cui procede lo smaltimento rimane quella attuale, saranno ancora necessari circa 85 anni per arrivare al traguardo del totale smaltimento.

Le ragioni di questo grande ritardo sono diverse. Sicuramente tra le prime vi è la questione del prezzo dello smaltimento di amianto ed eternit, che benché negli ultimi anni diminuito, anche a causa della concorrenza sempre più spinta dei diversi operatori, rimane nondimeno alto, soprattutto se confrontato con altri tipi di smaltimento, quali quelli dei materiali edili non pericolosi.
Un'altra ragione, strettamente connessa alla precedente, è l'esiguo numero sul territorio italiano, di discariche atte a ricevere rifiuti contenenti amianto e il fatto che queste siano presenti solo in alcune regioni. Sono infatti solo 11 le regioni che contano almeno una discarica per l'amianto, per un totale di 24 discariche. Le ragioni di tale scarsezza sono a loro volta diverse. Tra queste vi è sicuramente la non sufficiente attenzione negli anni passati di una certa politica verso il problema, il rifiuto in certi casi delle popolazioni locali di ospitare una discarica per l'amianto e le non sufficienti risorse disponibili.

La scarsezza di discariche obbliga non di rado le regioni che ne sono prive, a inviare l'eternit e l'amianto da smaltire in altre regioni o addirittura all'estero, ad esempio in Germania. Questa operazione introduce negli interventi di smaltimento di amianto ed eternit dei costi aggiuntivi, che non fanno che aumentare l'impegno finale che il singolo cittadino deve sostenere. Cosa questa che a sua volta può comportare nei casi migliori la posticipazione degli interventi di messa in sicurezza e in quelli peggiori la tentazione di liberarsi in maniera illecita dell'eternit da smaltire, magari abbandonandolo in discariche abusive, come spesso riportato nelle cronache locali dei quotidiani del nostro pase.

Altra ragione non meno importante è, come si accennava, la non ancora sufficiente attenzione da parte di politica e istituzioni per il tema in questione. Non poco è stato fatto, questa è da riconoscere, basti pensare alle detrazioni del 65% per gli interventi di messa in sicurezza per eternit e amianto, disponibili ormai da molti anni. Ma no poco rimane ancora da fare. Questo sia a livello di maggiore sensibilizzazione dei cittadini verso il problema, sia di maggiore coordinazione delle risorse e di razionalizzazione dei piani di intervento a livello locale e nazionale, sia infine di stanziamento di adeguate risorse destinate ai diversi scopi che la situazione richiede.